Peter Pan

Pubblicato il 29 agosto 2024 alle ore 16:36

Marco Simone

Esistono giocatori con un talento speciale che possono vantare in pochi.

Sono capaci di lasciare il segno in poco tempo, nel senso. che carburano rapidamente e appena entrano in campo vanno subito a regime. Marco Simone, nel corso della sua intera carriera, e al Milan in particolare, si è distinto proprio per questo particolare talento.

Spesso entrava dalla panchina ma riusciva a cambiare le sorti di un incontro in poco tempo. Non ha mai fatto rimpiangere il titolare sostituito ed è sempre stato il miglior " dodicesimo giocatore" (quello determinante anche se entra già a partita in corso).

Eravamo molto amici e mangiavamo allo stesso tavolo, quello dei giovani. Abbiamo condiviso tanti bei momenti e ci siamo supportati in quelli meno belli. Simone, lo posso assicurare, ha sempre lottato per superare qualsiasi difficoltà e si è guadagnato con l'impegno ogni chiamata in campo. Il suo apporto al Milan degli "Invincibili" è stato prezioso, anche se per lui non è stato semplice imporsi.

Guadagnarsi un posto in campo tra i tanti mostri sacri era difficile anche solo da pensare, ma Marco è riuscito, con l'intelligenza, a conquistarsi il suo spazio e a sfruttarlo alla perfezione. Calciava benissimo, sia con il destro che con il sinistro e, sebbene a livello fisico fosse penalizzato rispetto ai nostri compagni di allora, aveva qualcosa che gli altri non avevano. Quando entrava in campo, sprizzava energia pura e la trasmetteva agli altri. Sapeva sparigliare le carte e gli avversari avevano imparato a temerlo. 

Anche se meno dotato di un Van Basten o di un Gullit, lui riusciva, palla al piede, a trovare quasi sempre il modo di aggirare chi provava a contrastarlo. E la palla alla fine entrava in rete. Purtroppo, ogni volta che sembrava giunto il suo turno come titolare fisso, arrivava un nuovo centravanti e lui restava in panchina. 

Col tempo però si è riscattato. Era un grande realizzatore e ha potuto dimostrarlo in particolare nella stagione '94/'95 quando, schierato con più continuità, segnò 17 reti in campionato.

Poi, quando il Milan acquistò Weah, lui e Simone formarono una coppia micidiale come attaccanti di movimento. George come prima punta, Marco come seconda, non davano punti di riferimento agli avversari. Avevano una grande intesa, anche perchè amicissimi fuori dal campo, e ci fecero vedere un gran calcio.

 

Demetrio Albertini

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